|
LA
PIENEZZA DELLO
SPIRITO
SANTO |
Amati fratelli, Iddio ci
esorta, in maniera sempre più affettuosa e con frequenza
sempre maggiore, a
chiedere in preghiera la pienezza dello Spirito Santo.
Egli sa che la potenza divina del Consolatore è
indispensabile alla Sua Chiesa.
Egli sa che solo nella Sua guida i fedeli
realizzeranno il progresso spirituale necessario ad
ogni cristiano.
Vogliamo noi i
doni spirituali, i ministeri cristiani? Vogliamo
un risveglio? Vogliamo una perfetta
santificazione?
Tutto è contenuto
nello Spirito Santo e, se su noi si rinnovano le piogge
della Pentecoste, queste cose sbocceranno spontaneamente
nel seno della Chiesa.
Ma io mi domando: -
Facciamo noi
tesoro delle esortazioni divine? Cioè, cerchiamo
tutti un battesimo nello Spirito Santo?
Ci sono fedeli che non raccolgono lesortazione
e purtroppo disertano le riunioni di preghiera e
non si preoccupano neanche di sostituirle (sia
pure parzialmente) con riunioni familiari;
ma ci sono anche fedeli che fraintendono il
significato dellesortazione rivoltaci da
Dio e si pongono sì alla ricerca dello Spirito
Santo, ma con una visione errata del piano divino.
Questi ultimi vedono
nello Spirito Santo solo una fonte di allegrezza.
Lo cercano come qualche cosa che li faccia gioire e
pensano, con intima soddisfazione, che quando
realizzeranno il battesimo celeste, anche essi
«parleranno linguaggi».
No, lo Spirito
Santo non è soltanto allegrezza.
Lo Spirito Santo
non si esaurisce nei linguaggi.
È vero che
nello Spirito Santo cè lallegrezza
e che lo Spirito Santo fa parlare nuove
lingue, ma Egli è soprattutto "potenza
divina", "fonte
di doni", "generatore
di santità".
|
Quindi, quei fedeli
che chiedono: - Signore,
prendi la mia lingua - oppure: -
Signore, sciogli la mia lingua -, non
chiedono lo Spirito Santo, ma chiedono i linguaggi,
e ciò vuol dire che ad essi pensano e guardano,
invece di volgere lo sguardo della fede al dono
promesso da Dio.
È vero che Iddio
può, talvolta, tenere in considerazione la
nostra semplicità ed adempiere le Sue promesse
indipendentemente dalle nostre imperfette
espressioni, ma è anche vero che nelle nostre
richieste a Lui dobbiamo
avere un concetto chiaro delloggetto della
nostra preghiera.
Non dobbiamo pensare, per esempio, che lo Spirito
Santo non possa penetrare nel nostro cuore
perché la nostra lingua è, come si dice
comunemente, legata; neanche dobbiamo credere che
Iddio sia costretto, per compiere la Sua promessa
in noi, di «prendere la nostra lingua».
Iddio deve prendere il
nostro cuore o, per essere più precisi, noi dobbiamo
consegnare il nostro cuore a Dio ed allora ci sarà dato un
battesimo nello Spirito Santo che porta i linguaggi,
e non i linguaggi che portano lo
Spirito Santo.
Fratelli, cerchiamo la
Pentecoste!
R. B.
(Da «Eco della Comunità»)
|
|